Odontoiatria Conservativa

ODONTOIATRIA CONSERVATIVA

La Conservativa è una branca dell’odontoiatria restaurativa che si occupa della conservazione, prevenzione e terapia della struttura dentale, per problematiche sia congenite (elementi conoidi, discromie) sia acquisite (carie-traumi).
I materiali che generalmente vengono utilizzati allo scopo sono: compositi e ceramiche. Questi materiali hanno ottime caratteristiche e presentano una vasta gamma di colori e sfumature che permettono di rendere pressochè invisibili le otturazioni anche molto estese e hanno un’ottima lucidabilità che li rende molto simili allo smalto naturale.
Nel caso di cavità di piccole e medie dimensioni si realizzano restauri diretti; nel caso di cavità di ampie dimensioni si ricorre ad intarsi di grande precisione che possono essere realizzati entro pochi giorni.
La realizzazione di un intarsio prevede una particolare preparazione della cavità cariosa (o della parte di dente che deve essere ricostruita) a cui segue un’impronta che va al laboratorio odontotecnico, il quale preparerà un vero e proprio intarsio in composito del colore e forma ottimale che verrà cementato dall’odontoiatra direttamente al dente da ricostruire.
L’odontoiatria conservativa deve essere accompagnata da misure di profilassi personalizzate per impedire le recidive delle lesioni cariose.
Un buon programma preventivo comprende sedute di igiene orale, controlli semestrali e applicazioni di fluoro sia professionale che domiciliare o di altri materiali professionali.

Endodonzia

Che cos'è l'Endodonzia?

Endodonzia è una parola che deriva dal greco antico e significa: "branca medica che si occupa dell'interno dei denti".
All'interno del dente, sotto i tessuti duri meglio noti come smalto e dentina, vi è una cavità all’interno della quale vi è un tessuto molle chiamato polpa. La polpa contiene vasi sanguigni, nervi e tessuto connettivo e crea i tessuti circostanti duri del dente durante lo sviluppo.
La polpa si estende dalla corona del dente fino alla punta delle radici.
La polpa è fondamentale per lo sviluppo e per la maturazione di ogni dente. Tuttavia, una volta giunto a completa maturazione, un dente può sopravvivere senza la polpa perché continua ad essere alimentato dai tessuti che lo circondano.

Quando si ha necessità di una terapia endodontica?

Il trattamento endodontico (altrimenti noto come devitalizzazione) è necessario quando la polpa dentaria (i tessuti molli all'interno del dente) si infiamma irreversibilmente o si infetta.
L'infiammazione o l'infezione della polpa può verificarsi per svariati motivi: carie profonde, ripetute procedure odontoiatriche o anche per via di una crepa o di una frattura del dente. Alle volte, un forte trauma può causare danni irreversibili alla polpa, anche se il dente non ha alcun segno apparente.
Se l'infiammazione e/o l'infezione pulpare non viene adeguatamente curata, può portare nel tempo dolore, talvolta acuto, e ricorrenti ascessi.

Quali sono i sintomi di una polpa infiammata o infetta?

I sintomi più comuni sono:

  • dolore spontaneo
  • ipersensibilità prolungata al caldo e/o al freddo
  • fastidio e/o dolore durante la masticazione
  • discolorazione del dente (in caso di infezione acuta)
  • il gonfiore e la fuoriuscita di pus.

In che modo la terapia endodontica salva il dente?

L'Odontoiatra, grazie all'ausilio di sistematiche ingrandenti quali occhialini e microscopio, rimuove la polpa infiammata o infetta da ogni singolo canale dentario, disinfetta l'interno del dente e poi sigilla tale spazio in modo che i batteri non possano più entrarvi.
Successivamente, procederà a restaurare adeguatamente la parte masticante del dente, in modo che non corra rischi di fratturarsi.
Dopo il restauro, il dente riprenderà a funzionare come un qualsiasi altro dente.

Avrò dolore durante o dopo la terapia?

La maggior parte delle terapie endodontiche viene eseguita proprio per alleviare l'intenso dolore avvertito dal paziente che abbia una polpa infiammata. Grazie agli anestetici ed alle moderne tecnologie, la maggior parte dei pazienti non avverte il benché minimo dolore durante la terapia.
Durante i primi giorni successivi alla terapia è normale avvertire qualche dolore.
Spesso, le cause che possono rendere necessaria un'ulteriore terapia endodontica sono legate a reinfezioni delle zone interne del dente che col primo trattamento erano state sigillate.
Le cause più comuni di reinfezione sono:

  • Fratture
  • Nuovi processi cariosi
  • Restauri che non sigillano più

In tutti questi casi, una nuova terapia endodontica può permettere al dente di essere recuperato appieno e di durare molti anni.

La terapia endodontica si può eseguire con successo su qualunque dente?

Per fortuna, la maggior parte dei denti può essere trattata con successo con una terapia endodontica e continuare a funzionare per anni. Può capitare, comunque, che un dente non possa beneficiare di una terapia endodontica per uno o più dei seguenti motivi:

  • il dente è gravemente fratturato
  • il dente non ha un adeguato supporto osseo
  • la corona del dente non può essere ricostruita in modo predicibile
  • non è possibile accedere alle parti più profonde della radice

Tuttavia, i progressi in endodonzia stanno rendendo possibile il recupero di denti che fino a pochi anni fa sarebbero stati estratti.

Ritrattamento endodontico

Come occasionalmente avviene in qualsiasi altra procedura odontoiatrica o medica, un dente non può guarire, come ci si poteva aspettare, o ammalarsi nuovamente dopo un primo intervento. Nonostante questo sia stato condotto nel migliore dei modi ci sono situazioni che vanno oltre il controllo dell’operatore e che non consentono di ottenere il risultato sperato. In questi casi si rende necessaria una riapertura dei canali seguita da una nuova otturazione nel tentativo di ristabilire il controllo dell’infezione. A volte questo può non riuscire nuovamente e pertanto si può rendere necessario un intervento di apicectomia o addirittura l’estrazione del dente.

Apicectomia

Talvolta non è possibile riuscire a controllare l’infezione del canale radicolare passando attraverso la corona del dente per l’impossibilità di percorrere tutto il canale fino al termine a causa di alterazioni anatomiche della porzione apicale della radice o per la presenza di infezioni extra-radicolari che non possono essere trattate dall’interno del dente. In questi casi si provvede ad effettuare una resezione della punta della radice per via chirurgica seguita dalla preparazione e dall’otturazione della parte restante.